domenica 15 dicembre 2013

...e si riparte!


Prima o poi si arriva sempre a un punto di svolta. Più di un anno fa mi trovavo iper entusiasta su un aereo per la Cina, mentre tra qualche settimana farò il percorso opposto abbandonandola definitivamente (anche se in futuro chissà!). In realtà non si tratta di un addio triste, semplicemente è arrivata l'ora di cambiare, chiudere il cerchio di un'esperienza che in un lungo anno mi ha dato tantissimo e mi ha permesso di fare, conoscere e divertirmi infilandomi ogni giorno nel profondo della vita quotidiana cinese. Ho comunque una marea di cose e storie ancora da raccontare... quindi direi che il capitolo Cina non si chiude assolutamente con questo post!

Purtroppo domani mi scadrà l'abbonamento del servizio che mi permette di avere un internet "normale" anche in Cina, e fino al mio rientro in Italia non potrò più accedere a Blogger. Quindi se doveste trovare qualche post in quel lasso di tempo sarà qualcosa di programmato. Ringrazio tutti i lettori che hanno seguito in diretta tutte le mie avventure... tra l’altro ho scoperto di avere un gran seguito dalla Norvegia, un ringraziamento speciale quindi anche ai visitatori dalla penisola scandinava. A presto ♥



venerdì 13 dicembre 2013

Danta, Konpeito e Kasutera... dolcezze dal Portogallo all'Oriente


Ci sono dei dolci che, grazie al passato coloniale dei loro paesi d'origine, si sono imposti in nuove terre fino a diventare parte integrante della loro cultura culinaria. Quant'è familiare per un giapponese una fetta di kasutera o un sacchetto di zuccherini konpeito? E per un cinese quanto lo è una dàntà? Il punto in comune di questi tre dolci è la loro provenienza, il Portogallo, e non è certo un caso. Vorrei scrivere un piccolo riepilogo storico per ognuno così da avere una visione d'insieme, e dedicarmi poi alle dàntà che sono il mio sfizietto preferito quando sono fuori casa.

I Konpeito, (per qualche foto vi rimando qui) quegli zuccherini porosi e dai colori pastello, arrivarono in Giappone intorno al quindicesimo e sedicesimo secolo grazie a mercanti europei. La parola konpeito deriva dal portoghese confeito (come confetto) e nel 1569 un missionario portoghese ne regalò una bottiglia ad Oda Nobunaba, il primo dei tre grandi riunificatori del Giappone, per avere il permesso di diffondere il Cristianesimo. E’ curioso il fatto che prima dell’arrivo dei konpeito in Giappone la raffinazione dello zucchero non esistesse.

Anche il Kasutera (o Castella) arrivò in Giappone intorno al sedicesimo secolo sempre grazie ai mercanti portoghesi. Il suo nome deriva da Pão de Castela, letteralmente pane di Castiglia... e cosa ci fa venire in mente se non il nostro Pan di Spagna? In fondo stiamo parlando della stessa splendida creazione da cui tutto ebbe origine. I marinai giapponesi ritennero che il Kasutera fosse particolarmente adatto alle loro esigenze visto che si poteva conservare a lungo e poteva rimanere a bordo delle navi per parecchi mesi.

Le Dàntà 蛋挞, o egg tart, arrivarono in Cina grazie alla colonia portoghese di Macao, esistita dal 1557 al 1999, prima e ultima colonia europea in Cina. La dàntà deriva dalla portoghese Pastel de Nata e si tratta di una deliziosa pasta sfoglia farcita di una specie di crema inglese decisamente ricca di uova e poi infornata. In Cina si trovano un po' dappertutto, sia nelle bakery più all'occidentale, che nei baracchini lungo le vie... una combo di prezzo tipica è 3 danta a 10 yuan (circa 1,20€) anche se singolarmente il prezzo di solito si aggira sui 4 yuan. Io le adoro perchè sono corpose, non esageratamente dolci, hanno un guscio croccante e vengono servite calde. Se vogliamo, si gustano in un sol boccone! Dimenticavo... spesso si trovano anche con una goccia di marmellata ai frutti rossi.




giovedì 12 dicembre 2013

Ritorno all'infanzia


Alzi la mano chi non ha mai amato Barbie! Ricordo che quando ero bambina occupavano tutto lo spazio della letterina a Babbo Natale, con tanto di casette, camper, vestitini... insomma, avrei desiderato tutto! Mi piaceva un sacco il magazine mensile accompagnato sempre da un regalino sfizioso, l'album di figurine e i fotoromanzi. Quando sono cresciuta è nato l'amore per le Barbie da Collezione, che trovo bellissime, e che ho incominciato a collezionare. La mia piccola raccolta ora ne conta più di una ventina, tra cui una meravigliosa Marilyn con l'abito bianco indossato in The Seven Year Itch. Anche se sono anni che non ne acquisto più, spesso mi piace curiosare le nuove uscite e l'evolversi delle mie serie preferite, e ricordo sempre con piacere e tanto affetto per la mia famiglia tutti i compleanni e i Natali in cui una Barbie non mancava mai.

Questa sera passando davanti all'edicola del mio quartiere non ho resistito e mi sono portata a casa il Barbie Magazine di dicembre, con tanto di mollettine con pom pom in regalo... perchè ritornare all'infanzia una volta ogni tanto non può che fare bene :)


domenica 8 dicembre 2013

L'Airpocalypse di Pechino

La vista dalla finestra di casa mia

Vivere a Pechino significa convivere ogni giorno con un inquinamento atmosferico pesante e un cielo sempre più spesso monocromo. E anche il clima di certo non aiuta perché non piove mai, se non d'estate quando gli acquazzoni sono imprevedibili e improvvisi. L'inverno è la stagione più secca per eccellenza, e anche se qualche volta concede un po' di neve, guardare le previsioni del tempo è una cosa assolutamente inutile. Ogni giorno è sereno e via via sempre più freddo e rigido, ma individuare il sole spesso è una scommessa! L'unica salvezza è il vento, ma quando non soffia non c'è scampo... ormai si parla di Airpocalypse e non ci potrebbe essere parola più azzeccata.

Da qualche mese la prima cosa che faccio il mattino è scostare le tende e vedere com'è la luce, il secondo passo è controllare l'indice delle polveri sottili e il terzo mettermi la mascherina prima di uscire se ce n'è bisogno. Forse l'anno scorso sono stata un po' troppo indulgente su questa storia, ma al momento è diventata una fissa e non voglio rischiare di riempirmi i polmoni di metalli, cemento e compagnia bella. Eccomi quindi di nuovo barricata a casa per un intero weekend, mentre fuori la concentrazione di polveri sottili ieri ha raggiunto i 500 microgrammi/metro cubo e sicuramente ormai tutti sanno che l'OMS ha fissato a 25 il limite di pericolosità. La cosa preoccupante è che molti cinesi non prendono la cosa sul serio, lo dico perché vedo mamme e bambini a spasso, perché a scuola si esce in cortile ogni stramaledetto giorno, anche il più grigio. Essere privata dell'aria è una cosa a cui non mi abituerò mai.



sabato 30 novembre 2013

Xiabu Xiabu piace a tutti


呷哺呷哺 Xiabu Xiabu è una catena di ristoranti dove si mangia l'hotpot, in cinese 火锅 huǒguō. Piace molto ai giovani perché è perfetto per una cena in compagnia e i prezzi sono piuttosto contenuti. Per questa cena per cinque ho speso 30 euro, e per essere in Cina non è nemmeno pochissimo, ma devo dire che abbiamo ordinato davvero di tutto e di più, per non dire troppo! Quando i cinesi escono a cena la parola d'ordine è abbondanza e riempire la tavola è la norma, anche se di conseguenza ci sarà una quantità di avanzi sproporzionata. Nonostante fossimo stati Gigi ed io a invitare le nostre colleghe, abbiamo fatto ordinare a loro e questa tavola è merito loro. Da notare che avrebbero voluto pagarci a tutti i costi la cena, ma dico io, una volta che siete voi le invitate fatevi viziare! 

Forse sapete già come funziona l'hotpot, ma ve lo riassumo in pochissime parole: in mezzo alla tavola c'è una pentola contente del brodo, uno più delicato e uno piccante; una volta che il brodo inizia a bollire è ora di tuffarci tutto ciò che avete sotto gli occhi (radice di loto, agnello, gamberi, manzo, pesce, tofu, cavolo cinese, carote, lattuga, alghe...); una volta cotti vanno intinti in una salsa a base di sesamo con l'aggiunta di coriandolo fresco o cipollotto e gustati così. Nell'hotpot la carne viene sempre servita a fettine arrotolate, ma devo ammettere che la qualità della carne di Xiabu Xiabu non è proprio eccelsa e ne preferisco di gran lunga gli enormi vassoi di verdure. A fine pasto è poi il momento dei noodles che vengono buttati nel brodo ormai aromatizzato dalla cottura di tutti gli ingredienti e sicuramente occuperanno l'ultimo spazietto libero del vostro stomaco. Ora sì che si può pronunciare la fatidica frase "吃饱了" (sono pieno!) e lasciare la tavola tutti insieme.




venerdì 29 novembre 2013

Wagashi and Waka: dolci e poesia giapponese






Qualche giorno fa ho scoperto questo piccolo e-book di Momoyo Nishimura dedicato ai wagashi e allo waka, la forma poetica giapponese in 31 sillabe (in versi 5-7-5-7-7) diffusissima durante il periodo Heian (794-1185). L'autore ha compilato una raccolta di wagashi divisi per stagioni e ha accostato a ognuno una poesia legata al suo nome, attinta da due grandi antologie di poesia stese tra l'ottavo e il tredicesimo secolo: il Kokin e lo Shin-kokin wakashu

Dato che sono un'amante sia dello waka che dei wagashi è stata una scoperta piacevolissima. 
Quanto vorrei poter accompagnare la lettura con l'assaggio di un vero wagashi! 
Vi lascio con un estratto del capitolo invernale e una poesia.

Wagashi and Waka lo trovate su Amazon per soli 3 euro e i proventi delle vendite verranno donati alle vittime del terremoto in Giappone.


domenica 24 novembre 2013

Funghi, foglie secche e cataste di cavolo cinese


I giardinetti lungo la via ciottolata che porta alle varie unità dei condomini del mio quartiere si sono completamente ricoperti di foglie secche, mentre hanno fatto la loro comparsa cataste di cavolo cinese lasciate all'aperto in modo che, protagonista della cucina cinese invernale, si possa conservare il più a lungo possibile. Ormai si vedono cavoli accatastati un po' dappertutto, nei sottoscala, appoggiati alle ringhiere, sulle griglie dei balconi o semplicemente abbandonati sui letti di foglie secche. Lungo i davanzali delle finestre invece sono comparsi, in fila come dei soldatini, tantissimi cachi mela che con il loro bell'arancione contrastano sul grigio dei palazzi. Oggi c'è un atmosfera così immobile e pigra è impossibile non sentire l'arrivo dell'inverno... la notte scorsa avevano previsto una spolverata di neve ma per il mio disappunto non è arrivato nulla.

Ma non corriamo troppo in fretta, dopotutto è ancora autunno! A scuola in questi giorni è stato organizzato un piccolo concorso e sia i bambini che le maestre devono portare una piccola "opera" realizzata a casa con materiali e tema a piacere. Cercando ispirazione in giro per la rete ho trovato un blog dalla Russia davvero carino, dedicato a giocattoli per bambini tutti realizzati con il cartone. Il blog si chiama Play and Grow e ci ho trovato questo cestino di funghi che ha subito attirato la mia attenzione... difatti volevo assolutamente preparare qualcosa a tema autunnale! La mia versione come vi pare? :)




sabato 23 novembre 2013

Gli acquisti "Japan inspired" per un inverno caldo

Con l'arrivo dell'autunno e l'inverno già alle porte, il clima pechinese si è fatto freddo e secco per puntare prestissimo a temperature sotto lo zero. Vien da sè che l'abitudine cinese di bere acqua calda sia tornata a farmi compagnia durante le lunghe giornate di lavoro. Oltretutto non passa giorno che non mi senta dire "喝多水" hē duō shuǐ! [bevi più acqua... probabilmente la frase invernale più ricorrente!], soprattutto ora che, con tosse e raffreddore, sono diventata il bersaglio di consigli su consigli in materia :) 

Da qualche settimana ho accantonato la classica 水杯 shuǐbēi di plastica in favore di un bel thermos con cui portarmi a scuola del tè verde o del tè d'orzo super bollenti, e per questo acquisto Taobao si è rivelato di nuovo una risorsa comodissima e preziosa.

 Sfogliando pagine di thermos dell'omonima Thermos ho trovato questa stupenda serie disegnata dalla giapponese Junko Suzuki. Ho scelto la bottiglia da 350 ml con un delicato design floreale su sfondo bianco, per 12 ore di tè caldo assicurato:



Tutuanna è invece uno dei miei brand preferiti quando si parla di calze e pigiamini dai toni soffici e un tocco sweet. Per tenere al caldo i piedi la notte e le mani di giorno, ecco due scelte pastellose e morbide:




 Anche se non si tratta di calore vero e proprio, gli incensi di Nippon Kodo avvolgono in un abbraccio aromatico, sono naturali e soprattutto non fanno fumo. Con lo smog di Pechino spesso alle stelle (sopra i 300) è impensabile aprire le finestre per cambiare l'aria quando non soffia il vento, così un bastoncino d'incenso Nippon Kodo, nella sua semplicità, riesce a rinfrescare l'aria e rendere l'ambiente più vivibile. Provare per credere!



martedì 12 novembre 2013

11/11: 24 ore di shopping da 35 miliardi di yuan


L'11 novembre in Cina si festeggia la festa dei singles, anche nota come 双11 (shuāng shíyī) o Doppio 11. La particolarità di questa giornata è, oltre all'organizzazione di parecchi eventi per trovare l'anima gemella, una maratona di 24 ore dedicata allo shopping più estremo su Tmall (che vi avevo presentato qui), i cui negozi già da qualche anno mettono parecchi prodotti in saldo al 50% con spedizioni gratuite. I saldi sono partiti a mezzanotte con lo scadere di un countdown a caratteri cubitali e nonostante mi fossi già preparata in anticipo un carrello pieno di cosette di Uniqlo e nonostante avessi cliccato prontamente sul pagamento, sono finita in coda e il 70% delle cose che avevo scelto alle 00.03 erano già esaurite!! Non mi è mai successo di assistere a una cosa del genere... dovevo rimettere incessantemente nuovi oggetti nel carrello e mettermi in coda cercando di accedere al pagamento prima che tutto fosse sold out. Grazie alle spedizioni gratuite ho finito per fare tre micro ordini diversi nel giro di dieci minuti muovendomi per Tmall con un fare selvaggio :) Stavo proprio leggendo poco fa sul China Daily che quest'anno il totale delle vendite dell'11/11 è stato di 35 miliardi di yuan nonché più di 4 miliardi di euro (un aumento dell'83% rispetto all'anno scorso)... una somma astronomica che fa davvero pensare all'enorme capacità d'acquisto dei cinesi e alle nuove abitudini di spesa.

Tanto per dire... prima di andare a letto, a mezzanotte e mezza, ho dato un'occhiata dalla mia finestra e ho contato almeno una trentina di finestre accese. In un posto dove alle dieci e mezza è già quasi tutto buio è facile indovinare cosa facessero ancora in piedi. ^.^


domenica 3 novembre 2013

Tè di Luohanguo o frutto degli Arhat


C'è un frutto coltivato ai piedi delle colline verdi e umide di Guilin, nel Guangxi Zhuang, regione autonoma nel sud della Cina, che è ben trecento volte più dolce dello zucchero e ha un bassissimo contenuto calorico. Il suo nome è Luohanguo [罗汉果 luóhànguǒ] o frutto degli Arhat, si conserva essiccato ed è conosciuto in tutta la Cina per il suo impiego nella medicina tradizionale come regolatore della temperatura corporea, anti-infiammatorio e toccasana per la tosse. Il suo nome ha origine durante la dinastia Tang (610-907), quando Guilin era uno dei maggiori luoghi di ritiro buddisti e un gruppo di monaci che facevano uso di questo frutto raggiunsero l'illuminazione. Il frutto venne così chiamato frutto degli Arhat, ovvero degli illuminati. 

Qualche tempo fa ho scoperto la ricetta per preparare un tè a base di Luohanguo perfetto per l'autunno e i primi acciacchi di stagione, arricchito da altri frutti cari alla medicina cinese come la giuggiola, i boccioli di rosa essiccati e la bacca di goji che è il più potente antiossidante in natura. 


***
Ingredienti (tutti essiccati):

1 luohanguo
6 giuggiole
6 boccioli di rosa
10-15 bacche di Goji
1 litro d'acqua

Portate ad ebollizione un litro d'acqua. Aggiungete le giuggiole, i boccioli di rosa, le bacche di Goji e la polpa di luohanguo estratta dopo averne rotto il guscio. Lasciate bollire per cinque minuti, filtrate e il tè è pronto per essere servito.



Ho accompagnato il tè di luohanguo con bacche di biancospino glassate.

giovedì 31 ottobre 2013

Dove e come comprare online in Cina [una piccola guida]


Fare shopping online è una cosa che mi sta particolarmente a cuore e a cui non saprei fare a meno ^.^ Da quando sono qui, ogni qual volta abbia bisogno di qualcosa in particolare, affidarmi a internet è la cosa più semplice e veloce, soprattutto perchè le Poste e i corrieri in Cina sono efficienti, lavorano 7 giorni su 7, i pacchi sono sempre tracciabili, i costi di spedizione sono decisamente contenuti (mai speso più di 2€) e ad ogni consegna il correre telefona prima di arrivare. Ma quali sono i siti più affidabili da cui ordinare? Ecco qui la mia top 3:

1. Taobao è paragonabile a un Ebay cinese ma è colossale e la varietà di prodotti in vendita è impressionante. Ci si trova un po' di tutto, inclusi beni occidentali di importazione e tanti prodotti giapponesi (tempo fa ci avevo ordinato anche dei wagashi), piccole botteghe artigianali e grossi distributori di merce contraffatta... direi che Taobao è senza confini. Come Ebay vende anche cose di seconda mano, nell'apposita sezione Ershou



2. Tmall è un grande magazzino online dove si trovano i negozi dei grandi marchi, ovvero molti di quelli che si potrebbero trovare in un centro commerciale (Levis, Nike, Sportsac per fare qualche nome) Spesso, invece di avere il proprio sito monomarca, molti brand preferiscono aprire il proprio negozio su Tmall perchè per l'acquirente è semplice da utilizzare e cosa importantissima fa parte dello stesso gruppo di Taobao, quindi con un unico account si possono gestire gli acquisti in entrambi i siti.



3. Jingdong ha una struttura e un'offerta simile ad Amazon, ha un proprio magazzino, ma ci si trovano anche tanti altri negozi (mai però prodotti contraffatti). Molti dei prodotti di Jingdong hanno spedizione e contrassegno a costo zero, tanto che ci si può fare addirittura la spesa. 



In aggiunta a questi tre giganti, c'è ovviamente Amazon nella sua versione cinese. Per chi ama comprare dal Giappone, forte del fatto che tra i due paesi non ci sono dazi doganali da pagare, c'è la versione internazionale di Rakuten (una specie di grande Ebay giapponese) che consegna in Cina con EMS solitamente in non più di due giorni. 

Ma come si fa ad acquistare online in Cina? Se per i due siti qui sopra basta avere Paypal, per gli altri tre la cosa si complica visto che non sono internazionali e funzionano con il circuito di pagamento Alipay. Per aprire un account sono necessari un numero di cellulare cinese e una carta di credito o debito emessa in Cina. Io uso la Money Link Card di ICBC:


aperta a costo zero, permette di versare e prelevare senza mai pagare nulla all'interno della propria regione di residenza. Chiaramente sia Taobao che Tmall e Jingdong sono in cinese... ma se non si conosce la lingua Google Translate è sempre la soluzione, no? Quando si acquista fisicamente nei negozi cinesi o al mercato contrattare è la regola (ovviamente ciò non avviene al supermercato e nei negozi "di marca"). Alcune colleghe mi hanno detto che è possibile farlo anche su Taobao. Ecco, io non ci ho mai provato e visto i prezzi bassi di Taobao (gli stessi che magari raggiungerei dopo tre ore di contrattazione per lo stesso identico prodotto) non mi era mai passato per la testa... ma la strada è aperta :)

Spero che queste dritte siano utili a chiunque si sia appena trasferito in Cina e sia alle prime armi con gli acquisti online!

giovedì 24 ottobre 2013

Storie autunnali, capitolo primo: il matrimonio


Un paio di settimane fa sono stata invitata al terzo matrimonio cinese dell'anno. Questa volta ho accettato un po' per senso del dovere, visto che si trattava della collega che insegna inglese e con cui spesso mi capita (anche se ora meno di prima) di scambiare quattro chiacchiere. In Cina partecipare a un matrimonio come ospite ordinario non costituisce uno sforzo economico degno di nota, diciamo che di consuetudine 100 yuan (circa 12 euro) infilati in una hongbao sono più che sufficienti. Nonostante l'entusiasmo non fosse alle stelle, il fatto di non dovermi preoccupare per il regalo e l'idea di sedermi a un tavolo imbandito di prelibatezze cinesi mi ha fatto propendere per il sì dai vengo anch'io! 

Alle dieci di mattina della domenica prestabilita, un giovane invitato con una berlina nera è passato a prelevare me, Gigi e altre due colleghe per portarci direttamente al ristorante dove si sarebbe svolta la cerimonia. Percorrendo una strada che non avevo mai percorso, avevo gli occhi incollati fuori dal finestrino per vedere cosa scorreva sotto quel cielo grigio tanto denso di polveri che si compatta ogni qual volta smette di soffiare il vento. Gran parte degli scenari urbani cinesi sono costellati da cantieri aperti, gru mai ferme, mucchi di terra, lunghe lamiere blu che dividono i marciapiedi da centri commerciali o alti condomini che stanno per essere ultimati, mattoncini Lego di colore diverso disposti come se si trattasse di un fitto domino. A dieci minuti di macchina dalla mia città il mescolarsi con il paesaggio urbano, le piantagioni di pere e un'infinità di baracche ricoperte di piastrelline bianche rendeva la vista decisamente ostile e decadente. Ma ecco che finalmente la nostra auto si infila in una serie di vie più strette, panni stesi sui marciapiedi, cagnolini che fanno compagnia a vecchi seduti fuori intenti a mondare cipollotti o a sgranocchiare un cetriolo, e poi passiamo sotto un grosso arco gonfiabile rosso, con il carattere protagonista assoluto di tutti i matrimoni: la doppia felicità. Non c'è dubbio, il tratto sterrato che incominciamo a percorrere a piedi una volta scesi dalla macchina ci porta dritti dritti al cortile del ristorante dove, ovviamente all'aperto, era stato allestito il palco e tutto ciò che l'occasione richiedeva. Se da un lato del cortile c'era un muro di cinta al quale era accatastata una montagna di vecchi termosifoni arrugginiti (probabilmente quello sostituiti di recente nel ristorante stesso), lasciati in completo abbandono a fare bella mostra di sé, sugli altri tre lati c'erano le sale del ristorante. Il clima era festoso, con le solite hit occidentali e cinesi a fare da sfondo all'evento, e sicuramente non la prima batteria di petardi che a mitraglietta sparava frammenti di cartoncino rosso dappertutto. Dopo aver fatto visita alla sposa che attendeva in una saletta allestita come fosse la sua nuova camera nuziale e aver consegnato le bustarelle coi 100 yuan, è il momento di correre in cortile e aspettare che la cerimonia abbia inizio! 

Non starò a descrivere come si svolge un matrimonio cinese visto che sarebbe la terza volta, ma non voglio non menzionare quell'enorme sparabolle impolverato che giaceva nella sua pesantezza a pochi passi dagli sposi, né la cassa dei vuoti di birra Yanjing che quasi quasi mi faceva da sedia, e nemmeno il fatto che la cerimonia a un certo punto sia stata sospesa per qualche istante a causa del fracasso dell'ennesima batteria di petardi! Una cricca di bambini scorrazzava liberamente tra gli sposi per poi tornarsene in un cantuccio tutti i presi dal pasticciare con un secchio pieno d'acqua e di foglie secche, mentre tutti gli invitati tentavano di scrollarsi dai capelli i frammenti di cartucce rosse. L'assenza di sfarzo e l'allestimento un po' alla buona, che di per sé mi ricordano che per i cinesi importa più la sostanza che l'aspetto esteriore, sono passati di secondo piano in quanto interesse quando con tanta perplessità mi sono accorta di una cosa: i coperti del ristorante non erano sufficienti per tutti gli invitati e quindi il pranzo nuziale era stato diviso in due round. Mentre gli invitati più stretti usufruivano del primo giro, quelli restanti (me compresa) dovevano aspettare che loro finissero, che fosse riapparecchiata la tavola (tutte stoviglie usa e getta) e pranzare proprio nel momento in cui la prima fetta si stava già preparando per tornarsene a casa, sposa compresa! Una situazione che ha del paradossale, ma è andata proprio così e, oltre a sconcertare me, ha sconcertato le mie colleghe a cui non era mai successo di partecipare a un matrimonio simile. Per quanto riguarda le sale, a contribuire al minimo decoro c'erano degli sgabellini di plastica al posto delle sedie e delle tovaglie usa e getta di plastica leggera che coprivano tavoli dalle brutte gambe arrugginite. Ma un punto a favore di questo ristorante lo voglio sicuramente dare, perché sebbene servito in ciotole e vassoi un po' scozzati da cameriere che avevano i grembiuli della mia bisnonna, il cibo era davvero buono (una marea di carne d'ogni genere, verdure di stagione saltate, deliziosi rotolini di pasta fritta ripieni di riso glutinoso e taro, un rombo al vapore, zuppa di funghi e bacche di goji). Sono mancate tante cose, ma la sostanza, quella no!

[Purtroppo oggi niente scatti, mi mangio le mani per non aver portato la macchina fotografica...!]

giovedì 10 ottobre 2013

秋天来了![Qiūtiān lái le] è arrivato l’autunno!


Finalmente è arrivato l’autunno, accompagnato dal primo vento freddo e dai bassissimi raggi di sole ancora pieni di calore. Il primo giorno d’ottobre ha segnato l’inizio di sette lunghi giorni di vacanza per l’Anniversario della Repubblica Popolare Cinese, giorni che ho deciso di dedicare al riposo più assoluto, alla ricerca di cose belle da acquistare online e a lunghi tea-time che questa stagione rende ancora più piacevoli. Era da tanto tempo che mi girava per la testa il pensiero di un set da tè di porcellana cinese bianca e blu dipinta a mano, stava in quella lista di cose che vorrei assolutamente procurarmi prima di lasciare definitivamente la Cina... e visto che non so quanto presto ciò accadrà ho deciso di procedere. La porcellana cinese è famosa in tutto il mondo come "China" ma in realtà questa denominazione deriva dall'antico nome della città di Jingdezhen che una volta si chiamava Changnan e fu poi traslitterato in China dagli europei che incominciavano a interessarsi all'esportazione della porcellana cinese. Jingdezhen è quindi la capitale della porcellana per eccellenza e dove se non lì avrei potuto ordinare un set da tè? Sceglierne uno tra decine di set meravigliosi è stata un'impresa davvero difficile, soprattutto lo è stato superare l'indecisione fra teiera e gaiwan (la classica tazza cinese con coperchio utilizzata per l'infusione del tè). I fattori determinanti sono stati però lo stupendo motivo floreale e l'intensità del blu di questo set che mi ha conquistata subito, spingendomi a scegliere il gaiwan senza alcuna riserva.


Il set è arrivato perfettamente imballato e addirittura inchiodato in una gabbia di legno, cosa che ha reso la tanto attesa apertura una vera e propria sofferenza! Se il set era sopravvissuto a un viaggione trans-regionale di certo non saremo stati noi a distruggerlo con l'unico scopo di liberarci dall'imballaggio. Senza ferri del mestiere, siamo ricorsi a una lama riposta in un armadietto sul balcone chiuso, già avvistata e testata tempo addietro (esattamente per forare una noce di cocco fresca), e dopo qualche istante di trepidazione ecco la porcellana in tutta la sua bellezza.


Lo stesso giorno in cui è stato consegnato il set, sono arrivati puntualissimi anche il vassoio da tè di bambù (semplice e un po' piccino... ma queste dimensioni erano l'unico compromesso per farlo entrare in valigia al momento opportuno) e un tè che amo particolarmente per le sue foglie lunghe e piatte, il Tai Ping Hou Kui. Per il suo aspetto è un tè che si presta ad essere riprodotto e venduto come originale... ma mi auguro che la mia confezione non sia tra questi! Non mi capita spesso di comprare tè online perché preferisco annusare e scegliere di persona (oltre al fatto che in Cina ci sono negozi di tè praticamente dappertutto), ma facendo fatica a trovarlo mi sono rassegnata a girovagare su Jd.com, trovandolo da 艺福堂 [yifutang o efuton] un grande marchio di Hangzhou che in qualche modo mi ha ispirato fiducia. Una piccolezza che mi ha messo di buon umore: nel pacchetto ben curato c'erano due piccoli omaggi... una busta di tè all'orzo e un infuso di boccioli di rosa. Non resta altro che accendere il bollitore :)



sabato 28 settembre 2013

In un paio di sale da tè ♥


Una cosa che adoro della Cina sono le sale da tè. Quando ho voglia di un momento di tranquillità davanti a una tazza di buon tè, sono in assoluto il posto che prediligo. Proprio durante le vacanze del Festival di Mezzo Autunno, dopo una mattinata passata a fare shopping nel caos di Xidan (uno dei quartieri di Pechino che se amate lo shopping non potete non visitare, visto che è costellato da una serie di enormi centri commerciali!) Gigi ed io ci siamo incamminati lungo la riva di Houhai per raggiungere la nostra meta: la Familiy Fu's Tea House [茶家傅茶艺馆]. Appena varcata la soglia una signora gentile ci ha fatto prendere posto in una piccola saletta privata con un finestrone che dava sul lago, una lampada che illuminava la vecchia scrivania di legno dove avrebbero servito il nostro tè, e una serie di oggetti dal sapore antico come quel vecchio incensiere di bronzo appoggiato in solitudine in un angolo della stanza. La lista dei tè era scritta a mano su un bel ventaglio tradizionale di carta e anche se la scelta non era ampissima, non mancava uno dei nostri tè verdi preferiti... il Tai Ping Hou Kui [太平猴魁], che abbiamo ordinato insieme a un Huang Jin Gui [黄金桂], un wulong dal dolce profumo di osmanto. Un ragazzo ci ha servito il tè preoccupandosi di farci sentire l'aroma delle foglie di te prima e dopo l'infusione, accompagnando le due piccole teiere da un delizioso vassoio di spuntini: arachidi, uvetta, cubetti a base di bacche di gelsomino e bacche di gelsomino candite. Adoro accompagnare il tè da piccoli spuntini dolci e salati, mentre ci si rilassa chiacchierando e ascoltando musica tradizionale cinese che concilia il riposo del corpo e della mente.



Altra atmosfera avevo respirato nella Qing Teng Tea House [青藤茶馆] di Hangzhou, più grande e più frequentata, ma comunque molto bella e famosa per il suo immenso buffet di spuntini. Ci ero stata proprio ad agosto durante la vacanza con Gigi e i suoi genitori, in una saletta privata tutta di legno e rigorosamente a piedi scalzi. Oltre a un'ampia lista di tè, il banco con il buffet era davvero ricco e gustoso: frutta fresca e secca, ravioli, alette d'anatra piccanti, baozi, biscottini, pannocchie al vapore, verdure agrodolci e molto altro ancora. In più la cameriera ci aveva servito anche un bel piatto di uva, anguria a fettine e longan. Abbiamo finito per spizzicare sino ad essere sazi, quindi se vi capita di passare per questa sala da tè ricordatevi che ci potete tranquillamente pranzare o cenare, e rimanere per tempo immemore :)




Indirizzi:

Familiy Fu's Tea House
Deshengmen Inner Street, 23-3 Yang Fang Hutong, Beijing

茶家傅茶艺馆
北京市西城区
德胜门内大街羊房胡同甲23-3号

♥♥♥

Qing Teng Tea House 
278 Nanshan Road, Hangzhou

青藤茶馆
杭州市上城区 
南山路278号



giovedì 19 settembre 2013

Di nuovo Cina e... Festa di Metà Autunno!


Sono di nuovo qui, in Cina. Per riadattarmi ci sono voluti un po' di giorni, tanto che mi veniva da chiedermi se avessi fatto bene a tornare oppure no. Ma dopo qualche giorno di lavoro e di routine cinese sono già come "nuova" e pronta per affrontare i mesi a venire :) Se al mio arrivo la Cina mi abbia stretto in una morsa o in un abbraccio ancora non so... ma è con un sorriso che ho ricevuto un'enorme confezione di mooncake per la  mia seconda Festa di Metà Autunno (qui c'è la prima). Questa volta eccole in tre sapori diversi: tè verde, vino rosso e tiramisù. Non mi resta che preparare il bollitore e mettere in infusione qualche foglia di tè... ^.^ 

中秋节快乐! 
Buona Festa di Metà Autunno!



mercoledì 31 luglio 2013

Holiday + vincitrice del giveaway!


Non mi sembra vero ma oggi è l'ultimo giorno di lavoro! Mi sento al settimo cielo a pensare che passerò le prossime due settimane in giro per la Cina e che poi tornerò in Italia fino ai primi di settembre. La voglia di tornare a casa, riabbracciare i miei e rivedere i cagnoloni è davvero troppo forte... è un momento che aspetto da una vita ^.^ Da domani non potrò più accedere a Blogger quindi Wagashi Stories se ne va ufficialmente in vacanza per un po'... tenetevi pronti per le storie che avrò da raccontare al mio ritorno.

Ed è arrivata l'ora di annunciare chi ha vinto il giveaway!

La vincitrice è... #65 Michela

Complimenti ^.^

Una domenica in piscina per sopravvivere al caldo di Beijing


La scorsa domenica mi sono finalmente goduta una giornata estiva come si deve. Tutto è iniziato quando Lucy ci ha chiesto: “questo weekend vi va di venire in piscina?” Con questo caldo terribile e la voglia assoluta di farci un tuffetto non potevamo non rifiutare! La destinazione era il Qinglonghu Gongyuan o Parco del Lago Qinglong, un bel parco nel distretto di Fengtai e proprio a un passo da qui. Così Lucy e marito sono passati a prenderci in mattinata e prima di partire abbiamo fatto una piccola sosta a casa loro. Lì ho capito che al parco non saremmo andati da soli ma accompagnati, in ordine sparso, da suocera, sorella, figlia di un anno, figlio di 7 anni e cognata. Non che mi desse particolarmente fastidio... anzi, sono delle persone molto gentili e sempre generose con noi.Visto che sapevano dell'imminente arrivo dei genitori del mio ragazzo (domani!) ci hanno regalato un sacco di uova conservate provenienti dallo Henan da fare assaggiare a loro e che hanno fatto assaggiare subito anche a noi... ma di questo vi parlerò prossimamente con tanto di foto :)

A proposito della nostra destinazione: si tratta di un un bel parco costruito accanto al lago Qinglong, perfetto per le famiglie e per i bambini visto che ci sono tre grandi piscine con altezze differenti, barchette e pedalò, barbecue, giochi gonfiabili, trenini e molto altro ancora. Una volta arrivati ci siamo sistemati su un prato verde costellato di tende, amache e tanta tanta gente. Il posto era davvero gremito ma comunque godibile e nel giro di poco abbiamo deciso di liberarci dal caldo infernale buttandoci in acqua. Certo, le piscine erano piuttosto spartane, di cemento e con un'acqua dal colore poco definito, ma non mi definisco una tipa troppo schizzinosa e per i cinesi era assolutamente normale. Quindi perché fare polemiche? Un appuntino divertente però lo merita la “prova costume”! Sulla via per il parco avevo già notato tanti costumini in vendita alle bancarelle, composti quasi tutti da una gonnellina e un pezzo sopra che somiglia quasi a una canottierina. Quando Lucy mi ha chiesto: “andiamo a metterci il costume?” e si è sentita rispondere “ma io già ce l'ho addosso!”, ho notato una leggera perplessità nel suo sguardo, come per dire “e dove ce l'hai?”. Ma è quando ho incominciato a guardarmi intorno che ho capito che nessuna, proprio nessuna, aveva il bikini come lo intendiamo noi. Così sono stata titubante fino alla fine, mi svesto o non mi svesto?, ma al momento del bagno non potevo proprio tirarmi indietro e tadaaaa via tutto! Ho subito percepito un po' di sorpresa e mi sentivo assolutamente a disagio, così una volta uscita dell'acqua ho deciso di rinfilarmi la camicetta senza tante cerimonie e di rimanere così per il resto del tempo :) A parte ciò però la giornata è passata molto bene tra nuotatine, fette di anguria e tanto relax. Vi lascio a un paio di scatti per capire il mood del parco.








giovedì 25 luglio 2013

Un repertorio di fastidiosi eventi

西州蜜瓜xizhoumigua (la foto non è mia)

Il post di oggi incomincia con una semplice parola piena di carica negativa: fastidio. Premetto che non si tratta di drammi esistenziali o note di straordinaria importanza, ma semplicemente di eventi fastidiosi che mi sono successi ultimamente ^^

1. La valigia da buttare: il mio valigione rosso, fedele compagno di viaggi, ha deciso di lasciarmi a piedi proprio nel momento in cui l'avevo preparato per il grande rientro in Italia. Ma la partenza non era prevista per il 18 agosto? Ehm... sì, ma visto la mole di vestiti, oggetti e ricordi che ho accumulato in tutti questi mesi ho voluto fare i conti con la valigia il prima possibile ed ecco che una volta chiusa la zip e fatto un giretto sul pavimento chiedendomi "quanto pesa?", mi accorgo di una grossa scucitura, di una ruota che si è completamente aperta come una buccia di banana, mentre l'altra è incredibilmente consumata! Sarà per quello che quando ho ritirato la mia valigia all'aeroporto di Pechino ho fatto una fatica mostruosa a trascinarla fino a qui? :D Comunque sia, pare che qualcuno l'abbia trovata interessante perché una volta abbandonata accanto al cassonetto sotto casa è sparita nel giro di qualche ora :)

2. L'allergia al melone. Ho sempre sospettato che il melone fosse nemico delle mie mucose perché ogni qualvolta ne mangiavo una fetta sentivo un leggero prurito in bocca, anche se non ho mai dato troppo peso alla cosa. Peccato però che dopo aver divorato un enorme melone cinese con Gigi mi siano comparsi tantissimi micro puntini fastidiosi sulle labbra accompagnati da dolorosissime fiacchette in bocca (che già mi colpiscono nella normalità... figuriamoci in questa situazione!). L'altro ieri ho ripetuto l'esperimento per assicurarmi che fosse veramente lui il colpevole, di nuovo con esito affermativo. Dico quindi definitivamente addio a uno dei miei frutti estivi preferiti, o almeno con certezza a questo qui: 西州蜜瓜xizhoumigua.

3. La mole di lavoro. Vi avevo accennato tempo fa che probabilmente luglio sarebbe stato un mese più leggero dal punto di vista lavorativo... nulla di più falso ahimè! Visto che i bambini sono di meno e molte insegnanti sono in ferie (o meglio a casa non pagate visto che qui funziona così), il pensiero della direttrice è andato dritto dritto a me. Le mie lezioni mattutine sono raddoppiate per coprire i buchi delle insegnanti assenti :( con questo caldo e lo strascico di stanchezza di un anno senza aver mai fatto un periodo di ferie serio, le mie 32 lezioni settimanali mi mandano davvero in paranoia. Anche il numero mi spaventa: t-r-e-n-t-a-d-u-e!! 

Per fortuna manca solo una settimana alle vacanze! Nel frattempo mi rinfresco con un'enorme riserva di bottigliette di tè che il direttore ha regalato ad ogni insegnante proprio ieri... Il classico contentino, ma va bè di certo male non fa! ^.^



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...